La Riserva Naturale «Valli del Mincio»
Gli ambienti naturali
Nelle Valli del Mincio sono presenti tutte le formazioni vegetali tipiche degli ambienti palustri di pianura, disposte in successione seguendo il grado di umidità del suolo.
i canneti
i chiari
le praterie a carice
I CANNETI
Una distesa uniforme di canneti, composti dalla comunissima cannuccia di palude e da poche altre specie, costituisce la caratteristica più appariscente delle Valli. Questi bordano i fiume, a destra e sinistra, per tutta la lunghezza della Riserva, ricoprendo completamente le isole che i vari rami del Mincio lasciano al loro interno.
Il canneto è molto importante per alcuni uccelli che vi nidificano, come il Tarabuso, l'Airone rosso, il Falco di palude, il Porciglione, il Voltolino e la Schiribilla; altri lo utilizzano, spesso in gran numero (ad esempio lo Storno e gli Irundinidi) come ambiente protetto per il riposo.
Ma è dove il canneto incontra l'acqua che l'ambiente si arricchisce di colori, suoni e movimento; qui insieme alla cannuccia trovano posto molte erbe e fiori, tra cui le carici, le tife, la salcerella, l'epilobio, l'ibisco di palude; ed è qui che molti uccelli costruiscono il nido: appeso alle canne quello di Cannaiole e Cannareccioni, nascosto nel groviglio delle erbe e delle canne piegate quello di Tarabusini, Basettini, Salciaiole e Forapaglie costagnoli, galleggiante tra le canne rade quello di Tuffetti e Svassi maggiori, su piattaforme rialzate di erbe palustri quello di Folaghe e Gallinelle d'acqua./p>
Altri uccelli, tra cui Nitticore, Sgarze ciuffetto, Garzette, Aironi cenerini, Cigni reali e molte anatre, vengono qua alla ricerca di cibo, più abbondante che altrove; il Martin pescatore si tuffa dalle canne protese sull'acqua per catturare piccoli pesci; il Falco di palude e le Albanelle, i principali rapaci che vivono nelle Valli, perlustrano il bordo del canneto raccogliendo uccelli e piccoli mammiferi, che qui più facilmente escono allo scoperto.
I CHIARI
I chiari, cosiddetti "ex-giochi", sono specchi d'acqua libera, ricoperti in estate da vegetazione galleggiante, completamente circondati e protetti dalle erbe del canneto.
Realizzati un tempo come appostamenti di caccia, la loro origine artificiale è testimoniata anche dai nomi localmente attribuiti: il "Vignale", la "Baracca", le "Teste", il "Bascone", il "Mulinello", il "Lusièn", la "Puntassa", "Le Arse" ed altri. Queste superfici aperte rivestono notevole importanza per gli aspetti ecologici oltre che paesaggistici e sono indispensabili per la sosta, l'alimentazione e la nidificazione di numerosi uccelli.
Sono frequentate da molte anatre, da Folaghe e Gallinelle d'acqua, da Svassi e Tuffetti, da Sterne e Mignattini; in gran numero vi sostano d'inverno Gabbiani comuni e reali, Gavine e Cormorani.
LE PRATERIE A CARICE
La prateria a carice rappresenta una delle formazioni vegetali più ricche ed imortanti delle Valli del Mincio. In ogni stagione si ossono cogliere sfumature diverse: il verde tappeto uniforme si colora in primavera e in estate con la fioritura delle orchidee e con le bianche infruttescenze degli eriofori; nella tarda estate si scorgono tra le alte erbe i fiori della genziana di palude e dell'aglio selvatico.
Ambienti di transizione delicati e facilmente trsformabili, le praterie a carice, un tempo estese lungo tutta la riva sinistra delle Valli del Mincio, sono state drasticamente ridotte dalle bonifiche a scopo agricolo.
Come il canneto anche il cariceto è sempre stato utilizzato dall'uomo, in quanto le foglie sottili e resistenti forniscono ottimo materiale per impagliare sedie e panche.
Tra gli uccelli che vi costruiscono il nido c'è anzitutto il Forapaglie che proprio in queste praterie, con un numero di coppie nidificanti compreso tra 20 e 30, conserva probabilmente al sua più importante popolazione italiana; la specie, localizzata stabilmente in Italia soltanto in un altro sito della Pianura Padana centro-orientale, è considerata a rischio d'estinzione.
Altre specie che nidificano in queste praterie sono la Cutrettola, il Migliarino di palude, il Beccamoschino, lo Strillozzo, l'Allodola, la Marzaiola, la Pavoncella, l'Albanella minore e il Falco di palude.
Tra gli anfibi, oltre alla Rana verde comune ovunque, incontriamo molte Raganelle e la rara Rana di Lataste, qui presente in numero rilevante.
(Estratto dall'opuscolo "Le Valli del Mincio",
testi di Marcella Ghidoni, Cesare Martignoni, Susanna Perlini,
Parco del Mincio - marzo 2000)
Vedi anche le relazioni "Emergenze vegetazionali nella Riserva Valli del Mincio" di Giorgio Persico, "La vegetazione delle Valli del Mincio" di Marcello Tomaselli, Matteo Gualmini, Oliviero Spettoli, "Le azioni del progetto Life in relazione all'avifauna" di Cesare Martignoni, nella sezione Documenti.
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