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La Riserva Naturale «Valli del Mincio»

L'ontaneto di Monte Perego


* Mappa del bosco
* Scheda dell'ontano nero

 

Veduta ontaneto Monte PeregoTra gli abitati di Rivalta e Grazie, un piccolo dosso fluviale che si eleva di una decina di metri sul territorio circostante, prende il nome di Monte Perego. Qui si può osservare uno degli ultimi boschi di ontano nero della Pianura Padana.

La struttura e la composizione del bosco, semplificate a causa delle utilizzazioni passate e delle ridotte dimensioni (circa un ettaro), sono state migliorate in seguito alla realizzazione di un progetto del Parco del Mincio; attualmente il bosco misto si sviluppa per circa 5 ettari attorno al nucleo originario di ontani.

L'intervento di forestazione è stato realizzato dalle Guardie Ecologiche Volontarie della Regione Lombardia con un campo di lavoro nel marzo 1995; ha avuto come scopo il ripristino della vegetazione naturale caratteristica e la conseguente riqualificazione ambientale, con riflessi positivi sulla qualità del paesaggio rurale, del suolo e della fauna selvatica.

 

Le specie vegetali componenti l'impianto sono: Noce nostrano (Junglas regia), Ciliegio selvatico (Prunus avium), Olmo campestre (Ulmus minor), Bagolaro (Celtis australis), Farnia (Quercus robur), Cerro (Quercus cerris), Frassino maggiore (Fraxinus excelsior), Frassino ossicarpa (Fraxinus oxycarpa), Pioppo nero (Popolus nigra), Pioppo bianco (Popolus alba), Pioppo gatterino (Popolus canescens), Acero campestre (Acer campestre), Pero selvatico (Pyrus pyraster), Ciavardello (Sorbus torminalis), Carpino bianco (Carpinus betulus), Gelso Nero (Morus nigra), Ontano nero (Alnus glutinosa), Salice bianco (Salix alba), Salice fragile (Salix fragilis), Salice da ceste (Salix triandra), Sambuco nero (Sambucus nigra), Biancospino (Crataegus monogyna), Sanguinella (Cornus sanguinea), Cappello del prete (Euonymus europaeus), Prugnolo selvatico (Prunus spinosa), Rosa selvatica (Rosa canina), Dondolino.

 

Zona riforestata
Veduta autunnale della zona riforestata nel 1995

 

Tali specie, per un numero complessivo di oltre 3600 esemplari, sono state disposte sull'area in ragione dei diversi tipi di terreno (più o meno ricchi di acqua) in rapporto alle diverse esigenze idriche delle specie.

 

Strada accesso al bosco
La strada sterrata di accesso al bosco

 

MAPPA DEL BOSCO

(clic per ingrandire)

Ingrandisci mappa del bosco

 

 

SCHEDA DELL'ONTANO NERO - Alnus glutinosa (L.) Gaertner

 

Disegno ontano nero Famiglia: Betulacee
Altezza: fino a 30 metri
Forma: piramidale
Corteccia: grigio-bruna, solcata con l'età
Foglie: caduche; picciolate; lembo obovato con base attenuata e apice piatto, glabro; margine dentato
Infiorescenze: nel maschio allungate, pendule; nella femmina ovali, compatte
Fioritura: febbraio-aprile
Habitat: sponde di corsi d'acqua (0-800 m)

 

L'ontano nero è un albero alto sino ad una trentina di metri, pur essendo oggi spesso rinvenibile, nelle zone umide marginali della pianura, sotto forma di alberetto o di arbusto di dimensioni ben minori, a risultato della ceduazione.

Il tronco è naturalmente alto e slanciato, e in piena luce la chioma è piramidale con portamento caratteristico per l'andamento molto regolare della ramificazione del tronco.

I rametti più giovani sono vischiosi per la presenza di ghiandole secretrici (e da ciò il nome specifico glutinosa); le gemme sono allungate ed hanno, alla base del rametto che le porta, una ben distinguibile cicatrice della foglia dell'anno precedente con forma grosso modo pentagonale, e le tracce dei vasi disposte in una serie di puntini a ferro di cavallo al suo interno.

La corteccia è bruno grigiastra, inizialmente liscia, poi sempre più profondamente screpolata con l'età; tali screpolature risultano dapprima abbastanza regolarmente romboidali, per poi confluire in solcature di dimensioni maggiori.

Il legno è chiaro, giallo-rosato se appena tagliato; con l'esposizione all'aria si colora però intensamente di rosso-aranciato, il che rende abbastanza agevole distinguere le ceppaie da poco tagliate di questa pianta.

Le foglie sono caduche con lamina obovato-ellittica ad apice quasi appiattito e base regolarmente cuneata. Il margine è irregolarmente dentato e le nervature secondarie sono diritte, divaricate, regolarmente distanziate e parallele tra loro. Il lembo ha consistenza tenera, un po' schiarito inferiormente ed è glabro salvo che sulla pagina inferiore all'ascella delle nervature. Il picciolo è lungo 1 o 2 cm e le stipole sono caduche.

I fiori sono raccolti in infiorescenze unisessuali, chiamate amenti: quelli maschili sono lunghi qualche centimetro e penduli, quelli femminili sono ovali e compatti, spesso riuniti in piccoli gruppi. All'antesi le infiorescenze maschili, precedentemente bruno-violacee scure e compatte, si aprono acquistando sfumature rosse e giallastre per la colorazione delle brattee fiorali. Le infiorescenze femminili sono dapprima verdi, e in seguito all'impollinazione divengono brune e lignificate sino ad aprirsi nell'anno successivo liberando i piccoli frutti alati. Sulla stessa pianta sono perciò visibili in primavera le infruttescenze dell'anno e quelle della stagione precedente. La fioritura avviene nei primi mesi dell'anno, a partire da febbraio, quando ancora non sono comparse le foglie: gli ontani neri risultano perciò molto ben distinguibili nel paesaggio invernale per la presenza degli amenti maschili penduli.

 

(Estratto da GLI ALBERI di Sartori, Bracco, Ubaldi
Novara, Isituto Geografico De Agostini, 1986)



 

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